Il Rapporto Eurispes 2020
fotografa l’Italia e dedica 27 pagine al Vaping e alla riduzione del danno da
fumo. Giovedì 30 gennaio, l’Istituto di Ricerca degli Italiani ha presentato il
32° Rapporto Italia.
Nelle 60
schede fenomenologiche, trovano spazio anche quest’anno, per il secondo
anno di fila, i vaporizzatori personali
e, più in generale, gli strumenti di riduzione del danno da fumo che in Italia
coinvolge ancora il 20% della popolazione. Nel Rapporto 2020 sono ben 27 le pagine dedicate agli strumenti alternativi per abbandonare il vizio
da parte degli italiani
Secondo
il campione intervistato, i vaporizzatori personali, sono l’alternativa
più gettonata tra chi consuma prodotti senza combustione: dichiara di
farne uso infatti poco più del 90% del campione, con una netta
maggioranza degli uomini rispetto alle donne, mentre il 3,4% preferisce i prodotti a tabacco riscaldato e il
4,9% utilizza entrambi.
Tra le motivazioni del
passaggio ai prodotti senza combustione, spicca la salute. Come evidenziato nel
rapporto infatti: "La metà del campione (50,6%) ha scelto questi prodotti
ritenendoli meno dannosi per la salute.
Uno su 3 afferma di sentirsi meglio fisicamente; l’8,3% di aver riscontrato
effetti positivi sul proprio corpo e il 6,8% vuole dare meno fastidio a chi gli
è accanto”. Il vaporizzatore personale,
è inoltre considerato dagli intervistati come il prodotto meno dannoso (9,1%), mentre l’utilizzo dei prodotti a tabacco riscaldato è giudicato pericoloso per la salute nel 65,7% dei
casi.
A concludere il report
infine, vi è l’aspetto economico ed erariale: per il 64,2% dei consumatori tali
prodotti dovrebbero essere esclusi dalla tassazione, mentre per il 14,3% devono
essere tassati; in molti non hanno saputo o voluto esprimersi al riguardo
(21,5%).
Alla presentazione del
Rapporto 2020, era presente anche Mosè
Giacomello, presidente di Vapitaly, la Fiera Internazionale del
Vaping e, nell’edizione 2019, teatro della raccolta dati da parte di
Eurispes.
“Ci fa molto piacere che
Eurispes abbia dedicato così tanto spazio alla riduzione del danno da fumo – ha
spiegato il presidente - e che Vapitaly, con i suoi visitatori, gli operatori e
i player del settore siano stati scelti come sede autorevole per la
somministrazione dei questionari. Saremo lieti di ospitare gli esperti anche in
occasione di Vapitaly 2020 che, quest’anno, si trasferirà a Milano: una città
dal respiro internazionale e che riteniamo maggiormente adatta a ripagare la
grande fiducia che gli operatori nazionali ed internazionali stanno dando a noi
come manifestazione e al settore in generale”.
Anche Antonella Panuzzo, presidente
UNIEcig (Unione Esercenti Italiani
E-cig) ha partecipato all’incontro di presentazione ed ha voluto sottolineare
ulteriormente il risultato ottenuto dal settore: “La sigaretta elettronica
per il secondo anno è oggetto di analisi all'interno del rapporto Italia come
fenomeno in crescita di utilizzo per la riduzione del danno da fumo. In
particolare all'interno del rapporto viene evidenziato come oltre il 90% degli
ex-fumatori intervistati trovi questo strumento utile per la cessazione
del fumo di tabacco, lo stesso campione trova piacevole il gusto dei liquidi ed
è convinto che tale strumento sia meno dannoso per la salute. Un dato molto
importante che è emerso riguarda la percentuale di ex-fumatori che hanno
completamente abbandonato le sigarette tradizionali a favore dei vaporizzatori:
ben il 66% degli intervistati. Un dato che invece lascia perplessi
riguarda le fonti di informazione che gli intervistati reputano molto
importanti: medico curante, OMS e Ministero della Sanità, tutte fonti che
negli anni si sono dimostrate per lo più non contrarie alla
diffusione della sigaretta elettronica come strumento per la riduzione del
danno. Questa affermazione dovrebbe far riflettere il settore del
vaping come sia importante pubblicare e diffondere studi approfonditi
sulla sicurezza dei vaporizzatori e dei relativi liquidi a sostegno
della verità: la sigaretta elettronica è il 95% meno dannosa del
fumo tradizionale".
Per approfondire: Eurispes Rapporto 2020