Rammaricato e stupito. Così Mosè Giacomello, presidente di Vapitaly, la fiera internazionale della sigaretta elettronica, commenta le parole dell’ex ministro Beatrice Lorenzin, secondo cui il proliferare dei negozi dedicati alla vendita di Cannabis light, è riconducibile a quanto accadde con l’apertura degli shops dedicati al vaping.
Leggiamo con stupore e rammarico, spiega Giacomello, le parole dell’on. Lorenzin, ex ministro della Salute, riportate da Sigmagazine a seguito del suo intervento a Radio Cusano Campus. Stupore per il paragone con il mondo della sigaretta elettronica e rammarico per quanto è stato fatto (ha fatto) in qualità di ministro durante i 5 anni del suo mandato.
[…] accadde con la sigaretta elettronica. A pochi giorni dal mio insediamento affrontai la questione, con tanti negozi che aprivano senza una regolamentazione e senza sapere i rischi per la salute che si potevano correre.
“Senza sapere i rischi per la salute”. È questo il mantra che ha caratterizzato l’attività del ministro in questi anni. Non sappiamo, non abbiamo sufficienti prove, non siamo sicuri… Mentre la comunità scientifica internazionale ed italiana produceva centinaia di ricerche sull’argomento, in realtà più di mille, non una singola ricerca è stata prodotta o finanziata dal nostro Ministero della Salute o dagli organismi ad esso legati. “Veline” dell’OMS e sondaggi dell’ISTAT sono stati gli unici elementi diffusi dal ministero.
Alle interrogazioni parlamentari, sollecitate dalle aziende e dai consumatori, l’on. Lorenzin non ha mai risposto, preferendo delegare la questione ai sottosegretari del ministero delle Finanze. Sì, perché per lei, la sigaretta elettronica è sempre stata un argomento di pertinenza del MEF, e quindi di tasse, mai un tema di salute pubblica. Ecco che quel “affrontai la questione”, si è immediatamente trasformato in un: “ho lasciato il compito al MEF”.
Sempre durante il suo mandato, l’Europa si è mossa inserendo l’argomento sigaretta elettronica nella revisione della Direttiva sul Tabacco (TPD/2). Tale direttiva è stata recepita nel 2016 con anche la firma del ministro Lorenzin. Le vorremmo però chiedere: “L’ha mai letta fino in fondo? Si è mai resa conto delle opportunità offerte dalla sigaretta elettronica in tema di riduzione del danno da fumo? Ha mai valutato le iniziative, ed i risultati, di altri paesi che invece hanno colto tale opportunità?
L’unica azione portata avanti dal governo di cui faceva parte, è stata un inasprimento delle normative restrittive nei confronti del prodotto ed un accanimento fiscale nei confronti degli operatori del settore.
Cosa rimane quindi dei suoi 5 anni come ministro della Salute? La risposta l’ha fornita proprio il suo Ministero, attraverso l’Istituto Superiore di Sanità, con i crudi numeri forniti dall’ISTAT: in Italia, in controtendenza rispetto agli altri grandi paesi europei, il numero dei fumatori è aumentato.